E siamo ormai agli sgoccioli di questo periodo ricchissimo che in Europa chiamiamo estate, ma che qui in Costa d’Avorio non è affatto il periodo più caldo, perché giugno luglio ed agosto sono caratterizzati da una temperatura gradevole e da metà luglio pure da una certa siccità e, sebbene il cielo sia sempre velato da nuvole, raramente arrivano i temporali. Tuttavia, anche qui in Costa d’Avorio questo è il periodo delle vacanze scolastiche e quindi un momento adeguato per proporre iniziative della pastorale giovanile un po’ straordinarie.
Proprio per questo il periodo è stato davvero ricco: formazione degli animatori, poi una settimana dedicata ai bambini qui in città, a seguire quattro giorni di animazione nei villaggi di Kongodia e Nianda, poi l’incontro dei giovani, l’incontro degli adulti e per concludere questa settimana alcuni giorni di animazione per i bambini nel villaggio di Bangua per la festa patronale di Sant’Agostino.
Ma questo periodo è stato segnato dal saluto a don Massimo che queste iniziative ha sviluppato e in molti casi ha inventato in tredici anni di missione ivoriana. La sua passione e la sua cura per ogni dettaglio hanno caratterizzato queste attività per cui si è speso con davvero un impegno incredibile. Il suo carattere forte si è scontrato spesso con le “stranezze” africane, ma il suo cuore generoso ha davvero saputo accogliere e accompagnare. Lo abbiamo visto con un po’ commosso ed emozionato in queste ultime settimane in cui una processione di parrocchiani è venuta per salutare, fare un piccolo dono, ricevere una parola e un consiglio. Il giorno dell’Assunzione ha salutato ufficialmente la parrocchia e, a sorpresa, è stato vestito come un re africano, ricoperto di tessuti di splendida fattura, incoronato e portato sulla sedia del trionfo. Don Massimo non ha mai amato mettersi in mostra, ma spero che, nonostante la sua timidezza abbia apprezzato queste espressioni calde di affetto!
Questo periodo così ricco è stato anche segnato dal mio limite, perché il desiderio di partecipare alle attività e di prendere le responsabilità nel momento in cui don Massimo partiva si è scontrato con la malaria che mi ha accompagnato per un mese. Ma in fondo anche questa è scuola di vita, capire che, proprio nel momento in cui ti senti necessario, nessuno in realtà è indispensabile e che il tuo corpo esige riposo e cura quando tu vorresti strafare e che proprio per la tua negligenza la malattia si protrae più del dovuto. Ma alla fine ho dovuto capitolare e restare a casa all’incontro adulti, partecipando solo ad alcuni momenti di catechesi, ma saltando i momenti di animazione e divertimento.
Dopo tutte queste attività desideravamo un momento di vero riposo, ma l’epidemia di covid pone delle condizioni troppo dure per i viaggiatori internazionali, per cui il nostro periodo di vacanza italiana passerebbe in buona parte in confinamento, sebbene la Costa d’Avorio sia un paese molto meno toccato dell’Italia da questa malattia. Abbiamo sognato allora di prenderci del tempo per visitare qualche luogo della Costa d’Avorio e prenderci del tempo di riposo e di mare. Ma nel frattempo la situazione politica è degenerata: il presidente della repubblica ha annunciato di candidarsi per un terzo mandato sebbene questo sia vietato dalla costituzione e alcune zone della Costa d’Avorio sono diventati focolai di contestazione con manifestazione e strade interrotte dai manifestanti. Speriamo che nelle prossime settimane possa tornare una certa tranquillità e si possa avere la possibilità di una piccola vacanza ivoriana.
Sicuramente manca tanto l’Italia, luoghi, sapori, storia e soprattutto le persone: manca il maestrale salmastro che ti colpisce il volto e manca l’emozione di risalire una valle per contemplarla dalla vetta, manca il calore della famiglia e manca il sapore della pasta che solo la mamma sa fare, manca il sorriso degli amici e manca passeggiare per le strade d’Assisi, manca la campagna maremmana e manca contemplare la pianura padana dalle mura della città più bella… E se il dispiacere di non poter tornare è forte, non manca però il desiderio di provare a vivere questa terra che dopo quasi due anni di missione è ancora tanto nuova, ma che ogni giorno diviene più familiare ed imparare ad amarla nella sua strana e selvaggia bellezza. E allora, anche se le vacanze non si possono fare, è tempo di mettersi seduti e programmare un nuovo anno pastorale alle porte e come mi diceva il mio parroco: avanti!
La Messa dell’Assunta con il saluto a don Massimo Don Massimo incoronato re! Il gruppo degli animatori di Kongodia Gli adulti che danzano in un momento di divertimento al loro incontro