Solo una sana…

Ok… lo ammetto! Chi mi conosce minimamente lo sa che ho sempre cantato a squarciagola che “solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’azione cattolica”! La mia passione per Zucchero, nonostante i suoi testi graffianti, non è un mistero… Eppure, ironia della sorte, la mia prima uscita ufficiale è proprio con i giovani dell’azione cattolica! O meglio il gruppo del CVAV: cuori valorosi e anime valorose. Il nome non mi mette subito a mio agio e pure il ricordo del sacrilego ritornello del bluesman italiano mi torna spesso per la testa, ma a mettermi a mio agio sono proprio i 33 adolescenti e giovani che mi accompagnano in questa gita.

Siamo diretti verso un villaggio del nord della diocesi: Koun Abronso. Qui parte un sentiero che per alcuni chilometri si inoltra nelle foreste africane con un tranquillo sali e scendi fino ad arrivare alle falde di una collina dove la strada comincia decisamente ad inerpicarsi verso una roccia che si trova sulla sommità dell’altura: la nostra meta. Su questa grande pietra è posta una statua della Madonna, ma è la pietra stessa ad avere attirato negli ultimi anni l’attenzione dei cristiani. Su questo masso paiono come scolpite in bassorilievo delle immagini sacre. La guida con grande dedizione mi mostra il volto, il corpo, il cuore della madonna… Io, che in quanto ad apparizioni e visioni miracolose sono sempre stato molto scarso, non vedo un bel niente, ma dopo un po’, vista la passione e l’insistenza della guida, capitolo con un: “Bien sure! (ma certo!)”.

Finalmente distolgo lo sguardo dalla pietra e mi godo un’altra grande visione dell’opera di Dio. Dall’alto della collina, per chilometri, si estende la foresta e la campagna ivoriana: banani, heveà, anacardi, cacao, iroco, fromager, i villaggi e in lontananza la città… uno dei paesaggi più belli goduti in questi mesi di Africa. Ma non è l’unico prodigio del Signore, scendendo per il ripido sentiero, mi perdo ad osservare questi bei ragazzi che non sono abituati a camminare per percorsi di montagna e la maggioranza di loro sfoggia come calzatura dei fantastici sandali di gomma (esattamente quelli che da piccolo ti mettevano per andare sugli scogli). Allora qualcuno sceglie di fare tutto il percorso con il sedere per terra insudiciando completamente la divisa del cvav, altri si danno premurosamente la mano, altri si lanciano in pericolose corse, altri si attardano invocando l’aiuto materno di Maria. Si chiacchera, si ride, si scherza, si racconta: il grande miracolo della condivisione. Scesi alle falde della montagna celebriamo una messa sotto una tettoia e quale migliore Vangelo poteva capitare se non quello della trasfigurazione? Perché in fondo la Bibbia è in buona parte letteratura alpinistica! (peccato che nessuno sappia cosa sia l’alpinismo).

A seguire il pasto: ciascuno tira fuori dallo zaino qualcosa: acechè, pesce, pollo, uova, verdure… tutto viene posto in mezzo e tutti si servono liberamente: rigorosamente con le mani! Altro miracolo della condivisione!

Nel pomeriggio tocca di nuovo a me! Devo raccontare a questi giovani qualcosa sull’impegno giovanile nella Chiesa. Beh, c’è lo scoglio della lingua che ancora non possiedo bene! Ma si può fare! L’ho fatto miriadi di volte a Boltiere e non solo, e così mi perdo a parlare di sogni, obiettivi e prospettive. Gli occhi di molti sono attenti, ma capsico dai loro interventi di restituzione che qui, oggi, in Costa d’Avorio, parlare di sogni rischia di essere un lusso. “Vorrei…ma non ne ho le possibilità economiche” “vorrei, ma il concorso è truccato”, “vorrei ma i miei genitori”, “vorrei, ma sono una ragazza”. Ammutolisco, rifletto, accuso il colpo… Quanto ho ancora da imparare da questa terra! Ma sono altrettanto certo che il Signore ha sogni meravigliosi per questi ragazzi che superano le nostre ristrette prospettive… In fondo ai loro occhi brilla un fuoco ricco, che potrebbe sprigionare davvero molte energie e realizzare molti sogni, sogni di bene per loro, per l’Africa e per il mondo intero. Rabbrividisco pensando a quanti sogni giacciono sul fondo del mare Mediterraneo… Avremo mai il coraggio di restituire la possibilità di sognare ai nostri ragazzi?Quan

Pubblicato da donlucapez

Prete dal della diocesi di Bergamo. Nato a Grosseto nel 1984. Ordinato il 22 maggio 2010. Curato dell'oratorio di Boltiere fino all'agosto del 2018. Dal novembre 2018 missionario fidei donum nella diocesi di Abengorou in Costa d'Avorio

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