Mamma, dove mi hai messo la maglietta?

Finalmente dopo tanta fatica ci troviamo a 4 chilometri dalla basilica con la sua cupola immensa che sembra già tanto vicina e pure è ancora a un’ora di cammino. I più forti si fermano ed attendono e rallentano il passo, gli ultimi e gli zoppicanti si affrettano… alla nostra meta vogliamo arrivare insieme!

Nei piedi di ciascuno più di trecento chilometri percorsi, nel cuore mille intenzioni. Tutti portano la maglia bianca del pellegrinaggio, tutti uguali, salvo uno… io… Le ripetute sveglie alle 3 questa mattina hanno lasciato il segno e arrivo al punto di ritrovo scoprendo di avere dimenticato la maglietta nel mio bagaglio sul camioncino di servizio. Troppo tardi per recuperarla! Un velo di tristezza e frustrazione mi assale, dopo tanto cammino un particolare sembra rovinare questo arrivo…

Da anni mi dicevo che, ovunque sarei stato, durante il decimo anno di ordinazione, avrei camminato fino a Roma per rinnovare la mia promessa sacerdotale. E come sempre mi ritrovo a pensare che non sia una coincidenza il fatto di ritrovarmi in Costa d’Avorio e svolgere il mio ministero, perché proprio qui, a Yamoussoukro il  primo presidente della repubblica ha voluto costruire questa basilica immensa, in tutto simile alla basilica di san Pietro a Roma: la forma della cupola, il colonnato adiacente che si apre in un abbraccio, lo stile architettonico, tutto riprende la grandiosità della basilica vaticana, tanto da far rinominare Yamoussoukro come una “Roma” africana. In questo modo anche il mio voto si può realizzare. Ma questa maglietta stona, quanto vorrei in questi momenti essere diverso, preciso, ordinato e puntuale. Qualcuno ridendo esclama: “Hai ancora bisogno della mamma che ti segue in tutto!”. Un velo di tristezza e frustrazione mi assale in questi primi passi…

Ma mentre cominciamo il nostro cammino finale verso la basilica, mi sorprendo a pensare la verità di quest’ultima affermazione. Perché fare tanti chilometri a piedi sotto il sole dell’Africa, sopportare tanta fatica e tante prove se non per riconoscere che in fondo, anche oggi, ho bisogno della mamma! L’immensa basilica di Yamoussoukro è dedicata alla regina della pace, la mamma di tutti i cristiani, lei, grembo accogliente per il Verbo della vita, lei, grembo accogliente per ogni uomo. E forse è difficile ammetterlo, ma è importante farlo: ho ancora bisogno della mamma! E lo stupore è ancora più grande e sorprendente quando scopri che questa mamma ti accoglie come sei, anche con quella maglia rossa che stona e che ti fa sentire inadeguato, ma in fondo, chi può essere adeguato di fronte a questa mamma, chi può esserlo difronte a Dio?

Maria è grembo accogliente, Maria è anche simbolo della Chiesa… quella stessa Chiesa che dieci anni or sono mi ha accolto, giovane ed impacciato, chiamandomi al servizio dei fratelli. Una Chiesa che, come ogni mamma, perfetta non è, ma come ogni mamma sa ricevere con misericordia i suoi figli.

Entrando nella basilica immensa ci troviamo avvolti da una luce tutta particolare. Le vetrate immense riempiono di colori l’edificio. Nel pomeriggio il rettore ci spiegherà con una lunga catechesi il significato teologico di queste opere, imbastendo un discorso che intreccia suggestioni artistiche con profondi spunti evangelici. Ma ora, vinti dalla stanchezza ci lasciamo semplicemente avvolgere da questa luce magica.

Una di queste vetrate attira la mia attenzione: è la pesca miracolosa, il momento in cui Gesù chiama a sé i suoi discepoli perché lo seguano, diventando pescatori di uomini. Ancora una volta il simbolo di una Chiesa missionaria che rischia il fallimento se non si rigenera quotidianamente di fronte alla Parola dell’unico maestro, una Chiesa incredibilmente feconda quando con umiltà accoglie la parola, una Chiesa che chiama a lasciare tutto per nuovi orizzonti. Sotto questa immagine un grande pesce inghiottisce un uomo, si tratta del profeta Giona, uno dei miei personaggi preferiti a causa della sua umanissima e perseverante cocciutaggine nel fare esattamente il contrario di quello che gli veniva comandato da Dio. Eppure Dio sceglie lui per convertire Ninive e sceglie quattro pescatori ignoranti per annunciare il suo Vangelo e…  sceglie me, oggi, bisognoso di una mamma, con la mia maglietta irrimediabilmente sbagliata, con la mia persona irrimediabilmente segnata dall’errore ma incredibilmente amata: c’est fantastique!

Pubblicato da donlucapez

Prete dal della diocesi di Bergamo. Nato a Grosseto nel 1984. Ordinato il 22 maggio 2010. Curato dell'oratorio di Boltiere fino all'agosto del 2018. Dal novembre 2018 missionario fidei donum nella diocesi di Abengorou in Costa d'Avorio

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