Poi una notte di settembre mi svegliai…

Poi una notte di settembre mi svegliai… così dice una delle canzoni più celebri della musica leggera italiana, una delle innumerevoli canzoni che parlano di settembre! Perché è innegabile che questo mese, così affascinante e duro, sia il mese di tanti entusiasmi, ma al tempo stesso anche della disillusione e della concretezza: il mese delle riprese, quando l’estate non è ancora un vago ricordo, ma nemmeno è più presente con il suo carico di calde illusioni, e l’inverno è ancora distante. E allora in questa notte di settembre mi viene da condividere qualche suggestione su questo spazio che da qualche anno accompagna il mio cammino di uomo, di prete e di missionario.

Ho cominciato a scrivere di quello che vivevo qui in Africa per una sorta di necessità urgente: avevo bisogno di condividere a caldo quello che vivevo, avevo il desiderio di tenere vivo un contatto con chi, fino a pochi giorni prima, aveva condiviso le mie giornate, perché avevo bisogno di cercare familiarità e comprensione nel raccontare lo straniamento che trovavo nell’affrontare situazioni che mai avrei pensato di vivere. In questo frangente è nato l’invito del Centro Missionario di aprire un blog come luogo dove questi miei scritti potessero essere accolti, in un contesto più tranquillo e più neutro, ma al tempo stesso anche più aperto di quello che caratterizza dei social network.

Poi, con il passare del tempo, l’esigenza di scrivere si è fatta meno impellente, sia per i sempre più numerosi impegni che hanno occupato il mio tempo, sia perché la Costa d’Avorio, all’inizio tanto incomprensibile, piano piano ha cominciato a diventare ai miei occhi sempre più familiare. Il blog ha continuato la sua attività con un paio di articoli ogni mese, senza vincoli o contratti di sorta, ma semplicemente a seconda di quello che accadeva e di come questo mi interpellava sull’uomo, mi interpellava su Dio.

Ma ora, alla vigilia dell’apertura di un nuovo anno pastorale, mi chiedo se questo spazio abbia ancora un suo valore o se, molto semplicemente, esso non possa invece aver esaurito il suo compito.

Curare questo blog non rientra tra le mie priorità pastorali e dunque non voglio prendere nessun impegno per una redazione puntuale: mi interrogo piuttosto se tutto questo serva ancora a qualcuno e perché. Non lo prendo come u giudizio a livello personale, ma per continuare a lavorarci ho bisogno di avere un riscontro che sia un po’ più di un “mi piace”, ho bisogno di avere qualche consiglio su come continuare e sul perché sia utile che lo faccia. Qualsiasi consiglio e critica sono ben accetti. L’indifferenza di fronte a questa richiesta certificherebbe che, in fondo, non si sente più il bisogno di questo progetto e che esso non costituisce più una fonte e uno stimolo per la riflessione. Quindi cari amici vi chiedo di farmi avere una vostra opinione sul futuro di questo spazio… scrivendomi sul blog, con un messaggio privato o una mail o con qualsiasi mezzo vogliate…attendo un vostro riscontro! Grazie mille

Pubblicato da donlucapez

Prete dal della diocesi di Bergamo. Nato a Grosseto nel 1984. Ordinato il 22 maggio 2010. Curato dell'oratorio di Boltiere fino all'agosto del 2018. Dal novembre 2018 missionario fidei donum nella diocesi di Abengorou in Costa d'Avorio

7 pensieri riguardo “Poi una notte di settembre mi svegliai…

  1. Per me questo blog è stato molto prezioso per conoscere una realtà molto diversa da quella in cui vivo e mi ha sempre dato spunti di riflessione. Di piacevole lettura e non banale, da anche un’idea e una testimonianza di uno stile pastorale che mette in primo piano l’incontro con le persone. Proprio per il suo carattere di naturalezza e spontaneità non deve diventare un appuntamento forzato, ma scaturire dalla significatività delle esperienze vissute.

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  2. Caro don che conquisti al primo incontro per il tuo sorrisso e la tua lealtà. Io mi auguro che tu possa trovare ancora il tempo e la motivazione di scrivere perché fai bene al cuore, perché scrivi di emozioni con la semplicità con cui le vivi e ti assicuro che arrivano dritte dritte e scaldano il cuore… Adesso arriva il freddo, ne abbiamo bisogno ♥️

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  3. …. ciao don!!…. non voglio perdere il mio amico di penna!… scrivi quando vuoi per te, per noi, per me…..! …e per i tuoi 5 lettori….😎🕊 nonna Raffaella

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    1. Buongiorno don Luca,
      Scrivo a nome del Gruppo Missionario di Gorle per dirle che il suo blog è importante per noi, contribuisce a dare un senso al nostro trovarci come Gruppo e a proseguire nel nostro impegno. Anche se magari lo seguiamo saltuariamente, ogni volta si apre una finestra sul mondo e sul senso della missionarietá.
      Grazie!

      Gruppo Missionario Miriam di Gorle

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  4. ciao don Luca,
    anche per me è importante che tu prosegua nello scrivere…
    fa bene a noi, che riceviamo testimonianze dalla missione, in uno stile per altro molto bello e scorrevole, penso possa fare bene a te e a tutti voi, come modalità per rileggere le vostre esperienze, fa bene ai gruppi missionari, sempre alla ricerca di un racconto testimonianza come anche di notizie sulla missione; ed è un mezzo, certo non l’unico e il migliore, per mantenere un legame…

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  5. Sì sì, ricordo questa sensazione. Quando «chissà dov’era casa mia» e mi chiedevo il senso del blog mi ero risposto che del tempo per rimettere in ordine le emozioni ogni tanto, dai, ci voleva, anche perché qualcuno senza “il feisbuck” aveva ancora voglia (bisogno?) di «vento sulla pelle e il chiarore delle stelle». I tuoi racconti esotici hanno anche contenuto e simpatia… doti rare da trovare insieme. Ce l’ha solo «quel bambino che giocava in un cortile», certo, «sempre azzurra non può essere l’età», ma libero, ora come allora, nessun macigno di scadenze, solo voglia di condividere e lasciare qui, una qualsiasi notte di ottobre, un po’ di «voglia di partire che ci mette ancora i brividi». Ah no, questa è un’altra 😉

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