Sono giorni di bambini! L’Africa è piena del loro passaggio, della loro incontenibile gioia, del loro desiderio di vita. I bambini che mi hanno salvato nel mio primo e difficile approccio all’Africa, i bambini che non smettono mai di guardati con meraviglia con i loro occhioni colore liquirizia bagnata. Gli stessi bambini che a volte si spaventano quando tolgo gli occhiali e gli mostro i miei occhi azzurri tanto strani per loro.
La scorsa settimana abbiamo vissuto la settimana dei bambini in città. Una settimana di quello che a Bergamo chiameremmo centro estivo: animazione, giochi, atelier, danze, preghiera, mensa. I bambini erano più di duecento seguiti da trenta animatori dai sedici ai trent’anni. In Africa i bambini sono ovunque, talmente numerosi e abituati a cavarsela da soli fin da subito che… rischi di dimenticarli! Allora che la parrocchia possa pensare una settimana per loro qui non è affatto scontato, ma, anche se a volte si rischia di pensare la fede come una cosa “da grandi”, bisogna ricordare che Gesù amava incontrare e stare vicino ai più piccoli. Perché la vita sicuramente è cosa seria, talmente seria che è necessaria la leggerezza di un bambino per affrontarla! E sebbene la fatica e la nostalgia dell’Italia si facciano sentire forti, la settimana è volata, nel caos magico di una baraonda di bambini.
Ma non solo città: questa sensibilità verso i piccoli abbiamo cercato di estenderla a tutti i villaggi della nostra parrocchia, dove i bambini non mancano mai. Ormai da dieci anni i villaggi più grandi celebrano la loro settimana dei bambini in formato ridotto: dal giovedì fino alla messa della domenica, tre giornate e mezzo di divertimento, gioco e formazione. Qui la tradizione è ormai consolidata ed è bellissimo vedere questi semplici villaggi africani riempiti dall’entusiasmo di centinaia di bambini con i loro animatori. Kongodia, il villaggio meglio organizzato, non ha neppure più bisogno del supporto degli animatori della città: i loro venticinque animatori lavorano davvero bene!
In questi giorni io ed il catechista Edouard stiamo passando nei villaggi più vicini alla parrocchia per portare le razioni di cibo quotidiane e, accolti sempre da grande entusiasmo, mangiamo con loro il piatto di spaghetti stracotti, che agli ivoriani piace tanto!
Quest’anno abbiamo voluto estendere questa iniziativa anche ai piccoli villaggi, così si sono aggiunti altri cinque villaggi che sono alla loro prima edizione di settimana di bambini. Gli iscritti non sono moltissimi, gli animatori del luogo, ancora molto inesperti, sono supportati dagli animatori della città che hanno più esperienza… ma è bello che questi bimbi, che spesso durante le vacanze estive vanno ai campi a lavorare, possano avere qualche giorno dedicato solo a loro, dove svagarsi e giocare liberamente. L’Africa è anche la gioia dirompente, la forza vitale ed incontrollabile di questi bambini!
Tornato a casa da questo bagno di vita nei villaggi, vengo però a conoscenza di un caso diverso. Walter, visibilmente scosso, mi racconta di essere stato in visita ad una famiglia: un ragazzo, di cui neppure i genitori conoscono l’età, è rimasto paralizzato dopo una caduta. È il primo di undici fratelli che vivono in un tugurio e i genitori, totalmente inadeguati, una volta constatato che la malattia è grave, lo hanno lasciato letteralmente a marcire nel letto. Quando Walter arriva lo trova sofferente in mezzo alla sporcizia ed ai suoi stessi escrementi. Finalmente lo porta in una clinica dove il medico cura le piaghe da decubito, talmente profonde che si può vedere la testa del femore. Oggi accompagno Walter a salutare Emmanuel, così si chiama il ragazzo, che, nonostante la sofferenza e l’abbandono vissuto, ci accoglie con un sorriso malinconico, ma sincero: forse per la prima volta ha trovato qualcuno che si occupi di lui. Questo sorriso flebile resta un segno di speranza, che potrà sopravvivere alle terribili piaghe e che potrà avere una vita dignitosa anche dopo tanto abbandono e sofferenza. Perché l’Africa è anche un dolore ed un abbandono immenso. La gioia esuberante della settimana dei bambini e il sorriso dimesso di un bambino abbandonato e malato sono gli estremi che troppe volte e imprevedibilmente ti sono messi davanti, le mille sorprendenti sfumature della vita.
Perché la settimana dei bambini è tanto bella?- chiedo in un villaggio.
Perché si mangia bene!Buoni gli spaghetti! Animazione anche dove non c’è l’elettricità basta un tam-tam!