Il mare e il cielo a volte hanno lo stesso colore, il sole resta timido dietro le nuvole grigie e la massa d’acqua e le nubi in lontananza formano un tutt’uno. Non era una giornata che avrei dovuto passare al mare, sono arrivato da poche settimane e attendo già la visita di Maria, catechista e amica di Boltiere. Sarebbe dovuta atterrare ieri sera, ma a causa di un ritardo, non ha potuto prendere la coincidenza dell’aereo a Parigi e quindi mi ritrovo a passare un giorno in più ad Abidjan. Visto che non ho altre incombenze, ne approfitto per passare nella vicina Grand Bassam e godermi un po’ di mare. Il rumore delle onde e il grigio di questa giornata danno pace.
Sono arrivato da un paio di settimane a casa ad Agnibilekrou e in fondo niente di straordinario è avvenuto per poter aggiornare il blog. Ma poi ripenso a tutti gli incontri vissuti e che sono ai miei occhi ormai ordinari, ma che sono ricchi di senso e promessa.
Penso alla festa di San Maurizio patrono della parrocchia e a tantissime persone che hanno accompagnato con la solita gioia la processione con la statua che attraversa la città suscitando in alcuni ammirazione in altro curiosità! La statua raffigura un soldato romano bianco, ma forse proprio bianco non era Maurizio che veniva dal sud dell’Egitto. E poi alle angiolette, ovvero le danzatrici, che proprio domenica hanno celebrato la loro festa patronale, appunto gli angeli custodi, ballando con una gioia particolare.
Penso ai tanti giovani che ho ritrovato, sono stato particolarmente felici di rivederli impegnati nei diversi gruppi della parrocchia ed un gruppetto intento a aiutare nella manutenzione della missione: taglio erba, pulizia, giardinaggio ecc.. per loro è un’occasione per avere qualche soldo per loro e per i loro studi. Ho salutato alcuni di questi giovani che sono partiti per Abidjan. L’università si trova solo in capitale e quasi tutti, avuto il loro diploma, partono per continuare gli studi. A volte ho dubbi che possano davvero ottenere qualcosa di buono da questa scuola così mal organizzata. Ma spero di sbagliarmi e che possano costruire un futuro migliore per loro e per la Costa d’Avorio.
Poi ho ritrovato don Marco intento a organizzare la parrocchia e lo zoo di San Maurizio. Con la sua passione per la natura ormai la missione è piena di animali, tacchini, faraone nel pollaio, e poi in gabbia due pappagallini inseparabili e i cinque gattini avuti dalla nostra gatta. E infine pure un pullo di un uccellino a cui ha inavvertitamente danneggiato il nido! ( In realtà erano due, ma sono stati affidati a me per una mattinata e nel desiderio di nutrirlo ho ingozzato il povero uccellino… ci sono rimasto proprio male).
E poi Divine che ti accoglie con i suoi occhi spalancati sul mondo come la sua bocca da cui cola imperterrita la sua bava… e mentre ti sorride pensi a quanti litri ne possa produrre e quanto in fondo mi sia mancata, nonostante la bava! E poi Baba che con il deambulatore sta imparando a camminare grazie alla fisioterapia del centro medico, anche se ogni tanto fa delle grandi cadute ed ora mostra a tutti con orgoglio gli occhiali da sole con la montatura tricolore che gli ho portato. E poi Prince da portare all’ospedale per un eritema e poi Tehia la mamma di Jean Baptiste che piange ancora il suo piccolo angelo, con la fiducia di saperlo sereno e lo immaginiamo che corre e salta e canta.
E poi l’orto da rifare… il calendario in bozza da finire…la catechesi da preparare…l’anno pastorale alle porte.
E dopo quattro anni rendersi conto che forse non c’è più la grande sorpresa degli inizi, lo scalpore dei primi anni dove tutto era straniante a sorprendente. Resta il seme di senape, come nel Vangelo di domenica, seme poco appariscente ma che chiede di essere affidato. E’ la cura per un seme minuscolo, ma che, in un mondo segnato da tanto male, indica una speranza. Forse non è epoca di scalpori, ma di granelli di senape.





